Conversazione con T. Barbagallo, fotografo


 SICILIA SACRA
di Tony Barbagallo
Granai del Conte, p.zza Henriquez

sulla mappa al numero 11


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Ancora una lunga chiacchierata con l’altro importante “ospite” dei Granai del Conte, il fotografo Tony Barbagallo.
Uomo aperto e curioso, dallo spirito indomito nonostante la non più giovane età. Presenta una serie di scatti sulle feste religiose in Sicilia dai quali emergono le caratteristiche fondamentali del suo fotografare: immagini piene, dense di umanità e costruite con maestria e rigore geometrico.
Barbagallo ha raccontato aneddoti, vicende, esperienze del suo intenso passato di mostre e pubblicazioni, anche internazionali. 
Ha raccontato di avere studiato all’Accademia “do mastru”, cioè a bottega sin da quando era appena adolescente, di avere fatto almeno 500.000 scatti (in negativo e 30.00 diapositive) in quasi 60 anni di carriera. Ha raccontato dei suoi viaggi all’estero, dell’esperienza alle famigerate Olimpiadi di Monaco, della sua vita da fotoreporter. Dei riconoscimenti avuti, dal grande Fellini a Sgarbi. Ha raccontato della sua attenzione al territorio, alle persone e agli accadimenti, anche minori ma che insieme, attraverso i suoi scatti, costruiscono una vera Storiografia. Quello di Barbagallo è un archivio vasto e prezioso con un grande valore documentario e antropologico, che ha il pregio di testimoniare con mano ferma e occhio attento la trasformazione del nostro mondo. E tra i mille racconti, solo ogni tanto quasi per inciso e comunque sempre dietro precisa domanda, si concedeva considerazioni di carattere artistico e stilistico, manifestando l’umiltà e la discrezione che sono di chi conosce bene il mestiere e la vita.
Ancora oggi, con in mano le sue Mamia 6x6 e 6x7 e le sue Laika, esce per catturare immagini. Predilige il bianco e nero, stampa le foto da sé, nella sua camera oscura e colleziona macchine fotografiche. 

Per avere una visione più completa del lavoro di Tony Barbagallo, rimando alla ricca e approfondita prefazione che G.A. Traina scrive per il catalogo “Le mappe del Mondo”, da cui ho tratto le immagini. (Giusi Buono)







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